Quando l’Ansia Ci Parla: Ascoltarla, Capirla, Trasformarla
- Valerie
- 4 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 14 apr
Comprendere l’ansia: un’emozione che parla

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Benvenuto/a nel mio spazio di riflessione, uno spazio in cui ci fermiamo, respiriamo e ci riconnettiamo con ciò che siamo. Oggi affronto un tema che riguarda tantissime persone, anche se spesso vissuto in silenzio: l'ansia.
L'ansia è un'emozione naturale. Ma quando prende troppo spazio, quando ci blocca, quando ci toglie il respiro… allora merita attenzione, non giudizio.
Comprendere l’ansia: un messaggio dal corpo
Per capire davvero cos'è l'ansia, dobbiamo partire da una verità fondamentale: l'ansia è parte della paura. E la paura è una delle emozioni primarie, una risposta antica che ha garantito la sopravvivenza della nostra specie.
Quando percepiamo un pericolo, il sistema nervoso simpatico si attiva: il cuore accelera, i muscoli si tendono, il respiro diventa più rapido. Siamo pronti/e a reagire. Questo meccanismo funziona perfettamente se davanti a noi c’è un reale pericolo.
Ma oggi, viviamo in una società dove i pericoli non sono più predatori nella savana… sono spesso immaginati, digitali, informativi:
Titoli sensazionalistici dei media
Notizie drammatiche 24/7
Social media pieni di giudizi e paragoni
Pensieri ricorrenti sul futuro
Il nostro cervello, però, non distingue tra un pericolo reale e uno simbolico. Risponde sempre allo stesso modo. Così restiamo in uno stato di attivazione costante, conosciuto come iperarousal (Bessel van der Kolk, The Body Keeps the Score).
Il corpo vive in allerta continua, anche quando nulla intorno lo richiede.
Ecco perché l’ansia si manifesta in modi diversi:
Tachicardia inspiegabile
Insonnia o risvegli notturni
Pensieri che girano in loop
Irritabilità crescente
Disturbi digestivi
Difficoltà a concentrarsi
Persino gesti semplici, come leggere le notizie al mattino, possono attivare il sistema nervoso. Leggi un titolo catastrofico… poi un altro… e il tuo corpo reagisce: il cuore accelera, il respiro si accorcia, le spalle si irrigidiscono.
Se questo accade ogni giorno, più volte al giorno… quella tensione diventa la tua nuova “normalità”.
“Il cervello primitivo non distingue tra minacce reali e immaginate.”(Daniel Siegel, La mente relazionale)
La mia esperienza personale con l’ansia
Per un periodo ho vissuto attacchi di panico. A volte arrivavano in mezzo a una passeggiata, altre volte guidando. Iniziai ad avere vertigini e una crescente paura di guidare in montagna. Tutto sembrava minaccioso.
Feci esami su esami: allergie, cuore, polmoni… ma tutto era “ok”. Eppure io non mi sentivo bene. Il mio corpo stava urlando, e io non riuscivo a capirlo.
Grazie alla Mindfulness e ai miei studi di neuropsicologia clinica, ho imparato a non cercare una risposta logica. Perché l’ansia non chiede di essere capita con la testa, chiede di essere sentita con il corpo.
All’inizio resistevo. Non volevo sentire. Ma poco a poco ho imparato a restare presente, a non scappare.
“Devi fare amicizia con le tue paure.”(Un insegnamento che porto nel cuore)
E da quando ho iniziato a farlo, non ho più avuto attacchi di panico. La paura c’è ancora, ma ora la riconosco prima che esploda.
Strategie per trasformare l’ansia in una guida
L’ansia non è un errore. È un messaggio. Paul Gilbert, fondatore della Compassion Focused Therapy, ci ricorda che è un meccanismo antico, un allarme biologico.
Ecco alcune strategie che pratico e consiglio:
1. Sentire l’ansia nel corpo
Quando l’ansia arriva, non la caccio via. Mi fermo e mi chiedo:“Dove la sento nel mio corpo?”
Nel mio caso, è spesso nel petto. Allora metto una mano sul cuore o sul punto del timo.
🔎 Il timo è una piccola ghiandola dietro lo sterno, sensibile al tocco e alle emozioni. Nelle pratiche corporee è legato alla sicurezza e alla fiducia. Stimolarlo con dolcezza può inviare un messaggio rassicurante al sistema nervoso:
“Va tutto bene. Puoi rilassarti.”
2. Respirazione consapevole
Dopo il tocco, respiro. Senza forzare. In particolare allungo l’espirazione, che riduce cortisolo e noradrenalina, gli ormoni dello stress.
“What you feel, you can heal.”
Con l’espirazione lascio andare. Con l’inspirazione porto ossigeno, ma anche ossitocina, l’ormone della calma e della connessione.
📚 McEwen, Sapolsky e altri studi confermano: la respirazione lenta e consapevole favorisce il ritorno alla calma.
3. Mindfulness quotidiana
Anche solo 5 minuti al giorno
Stare nel momento presente
Osservare i pensieri senza giudizio
4. Frasi di auto-accoglienza
“Va bene così.”
“Ti ascolto.”
“Sono con te.”
5. Ristrutturazione cognitiva
Scrivi i pensieri ansiosi
Chiediti: “È davvero vero?”
Riformula con gentilezza
L’ansia non è il nemico
Chiudi gli occhi un istante. Come si manifesta l’ansia nel tuo corpo? Che cosa ti sta comunicando?
Più resistiamo all’ansia, più urla. Più l’ascoltiamo, più si calma. È un’alleata che ci dice: “Non mi sento al sicuro.” E da lì, può nascere una cura.
Conclusione
L’ansia è umana. Ma non è tutto ciò che siamo. Possiamo imparare ad ascoltarla, a prendercene cura e a trasformarla da ostacolo a guida.
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