Quando parlo di benessere, parlo del benessere inteso come viene definito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero come 'Lo stato fisico, emotivo, mentale, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale nella società'.
Sensazioni fisiche, emozioni e pensieri sono 3 elementi separati, ma interconnessi e per raggiungere l'omeostasi dobbiamo per forza partire dal benessere fisico, dal nostro corpo.
Le emozioni che viviamo hanno un effetto innegabile sul corpo umano. Secondo l'emozione vissuta, il corpo reagirà attraverso i tessuti (fasce, muscoli,...) dove si localizzeranno tensioni. Ogni avvenimento emotivo spiacevole verrà ricordato dalla nostra memoria emozionale contenuta nel sistema limbico, conosciuto anche come 'il grande padrone delle emozioni' del cervello umano e responsabile della sopravvenza. Questo significa che ogni volta che viviamo una situazione apparentemente uguale (perché con la Mindfulness impariamo che ogni situazione è unica) a quella già registrata nella memoria emotiva, il nostro corpo reagirà automaticamente nello stesso modo, perché vuole essere efficiente e veloce.
Qui nasce il legame tra subconscio e il sistema nervoso autonomo, perché i vari sistemi, come il sistema digestivo, respiratorio, ...) reagiranno alla somma degli input stimolanti e in relazione a una memoria emozionale inconscia. Questo meccanismo va bene per situazioni di pericolo, ma quando si tratta di stressor psicologici che creano emozioni come la rabbia o la paura, queste reazioni sono disfunzionali, costano energia e creano tensioni fisiche.
Inoltre, il nostro organismo funziona secondo la legge del minimo sforzo e della comodità. Quando parliamo del corpo, questo significa che preferisce compensare, come la provocazione di un'altra lesione a distanza, piuttosto che correggersi subito o bloccarsi immediatamente. In questo modo crea una sorta di sistema di debito e, quando arriverà al colmo delle sue compensazioni, si fermerà completamente.
In altre parole, emozioni vissute e soprattutto mal gestite e inespresse possono scatenare reazioni somatiche, come problemi gastro-intestinali, torcicolli o altre manifestazioni. Queste non sono altro che campanelli d'allarme, richieste di ascolto inviato dal nostro corpo, che, se non vengono ascoltati, potrebbero trasformarsi in patologie serie.
Bisogna trovare in sé un punto di equilibrio. Come?
1. Il primo passo è accettare il corpo
L'accettazione è un pilastro importante della Mindfulness, che ci invita a riconoscere le cose come sono nel momento presente.
L'accettazione non è sinonimo di rassegnazione, ma l'accettazione è la base di ogni cambiamento, di ogni trasformazione. Se vogliamo prendere cura del nostro corpo, dobbiamo innanzitutto accettarlo così com'è in questo preciso momento.
Nei percorsi di Mindful Eating, sento spesso persone dire che vogliono imparare a mangiare consapevolmente per dimagrire, ma semplicemente pronunciare queste parole significa che il nostro corpo non va bene così com'è e, di conseguenza, faremo più fatica a prendercene cura. Avremo più facilità a scegliere alimenti sani e a mangiare consapevolmente quando vogliamo bene al nostro corpo.
2. Il secondo passo è ascoltare il corpo
Secondo me, l'ascolto del corpo può arrivare solo dopo l'accettazione del corpo. Possiamo praticarli insieme, ma per poter ascoltare pienamente, serve un'apertura totale e non-giudicante. Quest'apertura arriva quando accettiamo, quando non abbiamo più paura di incontrare le nostre paure, di confrontarci con noi stessi.
Quando è stato l'ultima volta che hai ascoltato il tuo corpo per più di 30 secondi?
L'ascolto non va confuso con la percezione dei pensieri che nascono nella mente. La mente parla sempre, giudica costantemente e si infila sempre negli spazi di silenzio che cerchiamo di creare per ascoltare il corpo. Il problema è che la mente filtra le informazioni, mentre il corpo ti trasmette ciò che avverte in ogni momento.
Il corpo non mente mai. Mi piace considerare il corpo come un altro luogo da dove vivere le esperienza, da dove osservare la realtà.
Il corpo parla. Il corpo si esprime attraverso i suoi tessuti come la pelle, le vertebre, gli organi, le fanere (capelli, unghie). Ci dà indicazioni sul nostro stato di salute fisica ed emozionale.
Nei percorsi di Mindfulness, partiamo proprio da questo aspetto: imparare nuovamente ad ascoltare e ad accettare il nostro corpo.
Nella mia esperienza, fu la parte più difficile nel percorso della consapevolezza. Nelle meditazioni non riuscì a stare ferma, né fisicamente, né mentalmente. Un maestro mi disse che volessi troppo arrivare da qualche parte e mi invitò ad ascoltare il corpo, ad esplorare quelle sensazioni di agitazione. Per me fu la svolta. Quando iniziò ad ascoltare pienamente il mio corpo, senza voler andare da nessuna parte, si calmò e la mia mente seguì.
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